Milano 12 novembre 2020 – Scommessa vinta. La 4^ edizione di e_mob, l’eMobility Festival tenutosi dal 9 all’11 novembre, c’è stata (circostanza non scontata visto il periodo) ed è stata un successo. La nuova formula digitale lasciava dubbi sull’efficacia e sull’attrattiva della rassegna, ma le perplessità si sono dissolte durante la giornata inaugurale, grazie all’alta partecipazione e a un dibattito vivace e ricco di contenuti. Più che gli accessi durante la tre giorni di diretta (oltre 6 mila, numero destinato a salire con la possibilità di rivedere tutti gli incontri fino alla prossima edizione del 2021), la scommessa è stata vinta per la quantità e qualità delle proposte emerse, per la condivisione di intenti tra i relatori e per la partecipazione di personalità di spicco di istituzioni, associazioni e imprese.
A sintetizzare le ragioni del successo dell’edizione 2020 sono Camillo Piazza, presidente di Class Onlus, e Giancarlo Morandi, presidente Cobat, coordinatori di e_mob. “L’ennesima procedura di infrazione europea contro l’Italia per lo sforamento dei limiti dell’inquinamento dell’aria ha ribadito la necessità di trovare soluzioni efficaci per tutelare la salute dei cittadini. Un obiettivo che ci ha spinto a confermare l’edizione di e_mob 2020 malgrado le difficoltà dovute alla crisi sanitaria in atto. Una scelta della quale siamo orgogliosi perché permette di accelerare i tempi della transizione verso la decarbonizzazione, un’esigenza condivisa da tutti gli ospiti di questa edizione digitale, a cominciare dai rappresentanti delle istituzioni: ministri, viceministri, rappresentanti del Parlamento europeo, assessori regionali e comunali. A premiare la nostra scelta è soprattutto l’emergere dell’esigenza di avere un’alleanza tra istituzioni, aziende e associazioni del settore per costruire una strategia condivisa ed efficace nel rendere la mobilità elettrica una realtà concreta. Una visione che sosteniamo fin dalla prima edizione di e_mob e mai come quest’anno divenuta così concreta con la coesione di intenti dei rappresentanti delle diverse realtà. Un accordo che sfocerà nella consegna al Governo, come da loro richiesto e sollecitato, della Carta di e_mob2020 contenente tutte le soluzioni pratiche per agevolare la mobilità a zero emissioni nel 2021 emerse durante la tre giorni. Ringraziamo infine tutti i componenti del Comitato Promotore di e_mob, che insieme a noi hanno voluto che si mantenesse anche nel 2020 la conferenza, i componenti del Comitato Scientifico (a cominciare dal presidente dell’ente coordinatore dello stesso, il professore Maurizio Delfanti di RSE) e tutti gli altri protagonisti di questa edizione straordinaria”.
Costa: “È tempo di proposte concrete”
A chiarire lo scenario nel quale era inserita la rassegna è stato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “Siamo nella transizione di una nuova era, e come tutti i nuovi percorsi sono estremamente fragili. Dobbiamo procedere con obiettivi concreti. A chiedercelo sono gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale entro i 2°C rispetto all’era preindustriale e l’Europa con il piano per ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno del 55% e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Non solo. La Corte di Giustizia Europea ha appena condannato l’Italia per la cattiva qualità dell’aria che secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità provoca ogni anno 80.000 decessi in Italia”. Una situazione deprecabile per la salute dei cittadini e con costi elevati in termini sanitari e di possibili sanzioni economiche. Per questo, sostiene il Ministro, dobbiamo puntare sulle tecnologie innovative e sostenibili e trovare soluzioni per ridurre la congestione di città che saranno sempre più popolate (si stima che il 70% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane). “È il momento di fare proposte concrete”, ha concluso Costa, “e aspetto le vostre”.
Le visioni di Cattaneo e Priolo
A fornire le prime risposte è stato Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente della Regione Lombardia, che ha come priorità la riduzione dell’inquinamento dell’aria, a prescindere dalla tecnologia sfruttata per raggiungere l’obiettivo. Eppure la mobilità elettrica assume un ruolo centrale nei provvedimenti emanati dalla Regione, come gli incentivi diretti e indiretti erogati a favore di due ruote, auto e mezzi da lavoro, impegno che si intende rinnovare anche per il 2021. Nella stessa direzione vanno il progetto per gli itinerari elettrici interregionali con visualizzatore cartografico per facilitare i viaggi con la “scossa” e il bando per agevolare la diffusione dell’infrastruttura di ricarica pubblica e domestica, considerata decisiva per la diffusione dei veicoli a batterie. A favore di questi giocano, secondo Cattaneo, anche la tecnologia a emissioni zero (che aiuta a raggiungere gli obiettivi di abbattimento dello smog) e i costi di gestione inferiori rispetto ai mezzi tradizionali, vero “motore” dell’auspicato successo delle auto elettriche. La conversione tecnologica, però, dovrà essere accompagnata anche da una riduzione della mobilità privata in auto, che oggi rappresenta circa l’80% degli spostamenti giornalieri in Lombardia.
Pensiero condiviso da Irene Priolo, assessora all’ambiente della Regione Emilia Romagna, secondo la quale si devono perseguire diverse strategie, puntando su ferrovia, trasporto pubblico di massa elettrificato, mobilità privata a zero emissioni e le diverse forme di mobilità dolce. A queste si dovrebbero aggiungere formule indirette per ridurre l’impatto dei trasporti, come lo smart working e l’innovazione digitale, che rendono possibile il ripopolamento dei borghi. Inoltre, essendo l’inquinamento derivato da più fonti, è d’obbligo trovare soluzioni per abbattere le emissioni di altri comparti, su tutti quelle di riscaldamento e agricoltura.
Un suggerimento è arrivato anche da Eleonora Evi della Commissione Ambiente e Sanità Pubblica del Parlamento Europeo. Dopo avere ribadito che i trasporti sono l’unico settore con emissioni di CO2 in crescita e che ora rappresentano un quarto delle emissioni totali dell’Unione, ha ricordato l’obiettivo europeo di tagliare del 90% il rilascio di CO2 del comparto entro il 2050. Un traguardo raggiungibile soltanto confermando le politiche europee che impongono ai costruttori “standard ambientali precisi e stringenti che favoriscano la transizione a una mobilità elettrica, intelligente e sostenibile”. Inoltre, sarebbe necessario azzerare i supporti economici ancora concessi alle fonti fossili e rivedere le esenzioni che ancora sussistono per aerei e navi.
Le proposte della comunità di e_mob
Alle visioni dei politici si sono aggiunte quelle dei rappresentanti di aziende e associazioni, in particolare dei partecipanti alla sessione inaugurale, dalla quale sono emerse molte delle proposte che verranno convogliate nella Carta di e_mob 2020. Si tratta di Renato Mazzoncini (AD A2A), Arrigo Giana (Direttore generale ATM), Paolo Martini (AD Be Charge), Stefano Venier (AD Gruppo Hera), Massimo Quaglini (AD Edison Energia), Francesco Venturini (AD Enel X) e i rappresentanti delle case automobilistiche Roberto Di Stefano (Head of e-Mobility EMEA Region di FCA) e Andrea Crespi (Direttore Generale di Hyundai Italia). Gruppo di imprese che chiede, tra l’altro, una cabina di regia nazionale unica per definire le strategie sulla mobilità elettrica e per coordinarsi con regioni, associazioni e aziende, nonché la definizione di incentivi nazionali chiari da non cumulare con quelli regionali e comunali (tali risorse possono essere destinate a supportare settori specifici, come il trasporto merci o i taxi) in modo da non creare confusione e disparità territoriali. Altre richieste riguardano il favorire lo sviluppo della ricarica domestica e condominiale e di quella pubblica con colonne fast e ultra fast, nonché la prosecuzione delle politiche di semplificazione burocratiche come quelle introdotte dal cosiddetto Decreto Semplificazioni. Esigenza sentita è inoltre di rendere più omogenea la rete di ricarica che, come ha ricordato Dino Marcozzi di Motus-E, oggi è concentrata soprattutto al Nord (56%) a scapito del Centro (23%) e del Sud e isole (21%).
Auto, un’offerta sempre più attrattiva
Notizie positive sono arrivare sul fronte dei veicoli che ormai hanno autonomia adeguata alle esigenze di spostamento della maggioranza dei cittadini e prezzi già competitivi con le rivali termiche grazie agli incentivi. A confermarlo sono i modelli illustrati dalle case automobilistiche presenti a e_mob, a cominciare dalla Nuova 500 elettrica, unica auto a batterie disponibile in tre varianti di carrozzeria (berlina, cabrio e 3+1) e sola city car con guida autonoma di livello 2 e Fast Charge di serie. Altrettanto seducenti sono le Jeep Renegade e Compass 4xe con tecnologia ibrida plug-in, le versioni più potenti di sempre, capaci di offrire prestazioni superiori alle sorelle termiche in strada e fuoristrada, permettendo nel contempo di viaggiare a zero emissioni per 50 km. Stessa attrattiva ha la gamma elettrificata di Hyundai, formata da Kona Hybrid e Kona Electric (capace di 484 km di autonomia con una sola carica nel ciclo misto WLTP, che si traducono in 660 km di autonomia cittadina), da Ioniq nelle varianti elettrica, ibrida plug-in e full hybrid, da Nuova Tucson e Nuova Santa Fe in versione 100% ibrida, da Nuova i20 e Nuova i30 con ibrido leggero, e persino dalla Fuel Cell Nexo. In arrivo nei prossimi mesi anche le versioni plug-in dei Suv Tucson e Santa Fe, mentre sotto il cappello del nuovo brand Ioniq Hyundai introdurrà dal 2021 la nuova generazione di veicoli 100% elettrici con il Suv di medie dimensioni Ioniq 5. Lo stesso vale per Renault, tra i primi costruttori a credere nella tecnologia a batterie e oggi in grado di proporre modelli cittadini attrattivi con il quadriciclo Twizy e la city car Nuova Twingo Electric, ma anche la berlina compatta Zoe, l’auto elettrica più venduta in Italia e in Europa. Modelli a cui si aggiungono Renault Captur E-Tech Plug-in Hybrid, Mégane Sporter E-Tech Plug-in Hybrid e Clio E-Tech Hybrid, nonché i veicoli commerciali 100% elettrici Kangoo Z.E. e Master Z.E. Un’offerta del Gruppo che sarà rafforzata nel 2021 da Dacia Spring, modello che promette di rendere accessibile la tecnologia elettrica a tutti.
Proposte già in grado di soddisfare le esigenze della maggioranza degli automobilisti e destinata a migliorare in tempi brevi, anche in termini di prezzi, considerato che la parità dei listini prevista entro il 2025 da alcuni interlocutori potrebbe essere anticipata di qualche anno. D’altronde le molte novità in arrivo annunciate dalle case automobilistiche fanno intendere un ampliamento dell’offerta e di volumi di produzione che permetteranno di contenerne i costi. FCA ha annunciato 21 vetture elettrificate entro il 2025, comprese quelle con marchio Alfa Romeo e Maserati. Hyundai risponde con 40 novità a batterie, delle quali 11 full electric, mentre Renault ha appena svelato la nuova piattaforma CMF-EV su cui nascerà la seconda generazione di modelli elettrici della Régie.
A fare prevedere un miglioramento generale dei futuri modelli sono anche servizi innovativi. È il caso, per esempio, di “Battery in the cloud” presentato da Giulio Lancellotti, Sales Manager for Connected Services & IoT Solutions di Bosch, sviluppato per migliorare significativamente le prestazioni e la durata delle batterie nelle auto elettriche. Le soluzioni software nel cloud analizzano continuamente lo stato della batteria, permettono di riconoscerne i fattori di stress, come la ricarica veloce, e predispongono misure per contrastare l’invecchiamento delle celle. Con questi servizi, Bosch non solo offre la possibilità di essere sempre a conoscenza dello stato attuale della batteria, ma per la prima volta consente di effettuare una previsione affidabile della durata residua e delle prestazioni della batteria stessa.
Trasporti “puliti” anche con i carburanti
Contributi ai trasporti “puliti” sono arrivati da esponenti di organizzazione per la prima volta presenti a e_mob, le associazioni a tutela dei carburanti tradizionali e alternativi come Unem (Unione energie per la mobilità), NGV e H2it. L’idea è di sfruttare alcuni carburanti innovativi nei settori dei trasporti dove la tecnologia elettrica appare poco adeguata. In particolare, ci si riferisce all’alimentazione di aerei e navi, ma con possibili applicazioni, in questa prima fase della decarbonizzazione, anche tra pullman, camion e treni attivi nelle tratte non elettrificate. I combustibili citati sono diversi, con i più rilevanti rappresentati dalle “benzine” sintetiche, dai biocarburanti di 2° e 3° generazione non in competizioni con le colture agricole e l’idrogeno “verde”, ossia prodotto con elettrolisi con energia proveniente da fonti rinnovabili.
Le innovazioni della rete di ricarica
Il nodo più critico da risolvere per favorire la mobilità elettrica riguarda la rete di ricarica, oggi costituita in Italia da oltre 16.000 prese. Le soluzioni sono per lo più note: incremento delle colonnine veloci, installazioni Fast in autostrada, omogeneizzazione della diffusione sul territorio e diffusione della ricarica domestica e condominiale, tema centrale del 2° seminario nazionale Anaci, svoltosi mercoledì 11 novembre. Priorità per le quali sono già state approvate soluzioni efficaci, come la riduzione dell’iter burocratico per l’installazione di “prese” pubbliche e la possibilità di usufruire del bonus del 110% sull’applicazione di wall box e colonnine nelle strutture residenziali. A confortare è inoltre l’impegno dei gestori di colonnine ad ampliare la propria rete in relazione alla crescita dei veicoli elettrici. A e_mob, però, sono emerse anche considerazioni di interesse sulla tenuta della rete elettrica nazionale, la più esposta al rischio di malfunzionamenti con l’avvento della mobilità a zero emissioni. A preoccupare i responsabili di Arera non è l’aumento del consumo di energia, stimato intorno al 3%, ma l’impatto sulla rete in termini di potenza (+10,3%). Un possibile problema che si sta cercando di prevenire con l’aumento della produzione da fonti rinnovabili e con lo sviluppo di tecnologie e soluzioni di interesse. Tra queste citiamo il V2G (Vehicle-to-grid, tecnologia che consente lo scambio bidirezionale di energia tra batterie e rete energetica), lo smart charging (ricarica durante le ore con bassa domanda di energia), le comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo. Soluzioni in grado di offrire diversi vantaggi, come la stabilizzazione della rete elettrica e la riduzione dei picchi di “corrente” e, di conseguenza, di produzione. Il tutto con risvolti positivi sulla riduzione delle emissioni dovute alla produzione di energia e sui costi di gestione della rete, con conseguenti possibili sgravi per i cittadini. In tema di costi il relatore di Arera ha ricordato che già esiste una tariffa agevolata per la mobilità elettrica (BTVE), ma che l’Autorità è disposta ad attuare ulteriori provvedimenti se il Governo ne fa richiesta.
Le alternative all’auto privata
Buona parte degli interventi di e_mob 2020 è stata dedicata alle soluzioni di spostamento alternative all’auto privata che avrebbero anche il beneficio di ridurre il traffico, responsabile di costi esterni stimati di 2,5 miliardi di euro/anno. Per il trasporto pubblico il riferimento è stato Miles Parisi, Direttore delle politiche energetiche di ATM, che ha illustrato l’avanzamento del piano full electric avviato nel 2017 con l’obiettivo di convertire in elettrico l’intera flotta di mezzi entro il 2030. Un’iniziativa che dovrebbe portare alla riduzione di 75.000 tonnellata/anno di CO2, il taglio del 50% del particolato e del 100% degli ossidi di azoto. A oggi i bus e filobus elettrici sono 67 e saliranno a 167 entro fine 2021 per arrivare progressivamente alla sostituzione di tutti i mezzi a gasolio tra un decennio. Una conversione che richiede il rinnovo dei depositi esistenti e la realizzazione di nuove strutture progettate appositamente con i sistemi di ricarica, nonché l’adeguamento dei capolinea con pantografi in grado di “rabboccare” le batterie durante la sosta. Tra le attrattive del piano ci sono anche sistemi di accumulo dell’energia da fonti rinnovabili, in parte realizzata con batterie dismesse, e la progettazione di nuovi depositi. Il primo previsto prevede due piani interrati e la superficie lasciata alla cittadinanza con area verde collegata a quelle già esistenti. Il limite del piano è l’elevato costo, anche in ragione che ATM non è considerata una azienda energivora e, quindi, non può usufruire delle agevolazioni sulle tariffe della “corrente”. In compenso, a supportare i costi della transizione sono attesi i finanziamenti del Ministero dei Trasporti, attivo nel sostenere il trasporto locale con due piani. Il primo, ha spiegato il Direttore Mobilità dei pendolari ed osservatorio trasporto pubblico locale del MIT Luciano Marasco, stanzia risorse per l’acquisto di autobus ecologici (elettrici, metano e idrogeno) in sostituzione degli attuali, che sono tra i più vecchi (l’età media è superiore agli 11 anni) e inquinanti (Euro 1 o 2) d’Europa. Un piano a lungo termine (tre quinquenni) con finanziamenti certi, per lo più destinati a Regioni e Comuni con maggiori problemi di inquinamento e con supporto economico fino al 100% (fino a 2024) delle spese. Il secondo filone riguarda il trasporto rapido di massa, ossia la realizzazione o l’ammodernamento di metropolitane, filovie o tranvie con grande capacità di trasporto.
La mobilità a due ruote
Vera alternativa all’auto privata durante la pandemia è stata la mobilità a due ruote, un comparto che nei desideri di molti dovrebbe assumere un ruolo di rilievo negli spostamenti urbani futuri, come è già in molte città del Nord Europa, Amsterdam e Copenaghen in primis. Un’ascesa auspicabile per l’Italia, paese leader europeo del settore e con margini di crescita interessanti, in particolare nell’elettrico dove stanno nascendo molte start up. Già ora, ha ricordato il responsabile del settore moto di Ancma Michele Moretti, 1 ciclomotore su 5 venduto in Italia è elettrico, ma è attesa una vigorosa crescita al 2025, in particolare nel settore dei modelli urbani, ma pure di quelli destinati allo sharing (ormai quasi 100% a batterie) e al settore delivery. Prospettive positive hanno anche i mercati delle bici a pedalata assistita e dei monopattini che, “come molte novità stanno provocando molta paura, ma sono molto utili e si integreranno bene con i vari sistemi dei trasporti” se si stabiliscono regole chiare. Quanto ai benefici delle due ruote elettriche sono per lo più noti: minore consumo del suolo, abbattimento del traffico, tempi di spostamento inferiori, costi di gestione limitati e basso consumo di risorse energetiche.
Arrivano gli hub della mobilità
Sempre da Milano arriva un’altra proposta interessante, le Aree di Mobilità condivisa e sostenibile presentate da Federico Confalonieri, Direttore transizione ambientale di Comune. Si tratta di aree situate in punti strategici della città, come le fermate della metropolitana, e attrezzate con parcheggi evoluti (con colonnine Fast e tradizionali e smart parking), stalli per bici, infopoint della mobilità e tutti i servizi di sharing, dai monopattini alle auto. In tutto saranno 50, di cui una sperimentale già attiva e altre 10 di prossima apertura, tutte dotate di sistemi di video sorveglianza e illuminazione “intelligente”. Ad apparire a Milano saranno altre strutture a favore della mobilità “smart”, le velostazioni con parcheggi sicuri e servizi per ciclisti che, di fatto, andranno a completare il piano per incentivare l’uso delle due ruote a pedali iniziato con l’ampliamento della rete ciclabile.
Novità attrattive sono attese pure nelle “vere” stazioni, quelle ferroviarie, grazie al progetto svelato da Luigi Contestabile, responsabile Asset Advisoring e Sviluppo Servizi di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane). Un piano che ridisegna parti delle stazioni per potenziare le connessioni con il sistema di mobilità urbana a favore degli spostamenti a piedi, in bici o con mezzi alternativi, oltre che con il trasporto pubblico locale. Di fatto, l’intento è collegare la spina dorsale della mobilità sostenibile italiana, la ferrovia, con le soluzioni urbane di mobilità “green” per consentire di proseguire i viaggi fuori dalle stazioni a basso impatto ambientale. Realizzati con la collaborazione dei Comuni, prevedono anche la realizzazione di infrastrutture esterne alle stazioni, come le ciclabili per raggiungere le Università (l’80% degli atenei italiani dista meno di 3 km dalle stazioni) o altri luoghi di attrazione. Di interesse è pure la ridefinizione dei parcheggi a seconda delle esigenze degli utenti. Si hanno aree sosta con ricarica veloce dedicata ai servizi di mobilità condivisa (car e scooter sharing, car rental, taxi, NCC, ecc.) e al “kiss&ride”, soluzione con sosta limitata a 30 minuti e con possibilità di “rifornimento” Fast pensato per chi accompagna persone ai treni. Previsti anche i parking a rotazione (fino a 4 ore di sosta) per utenti che desiderano fruire delle diverse funzioni urbane presenti nell’intorno della stazione (negozi, sanità, luoghi amministrativi, poste, ecc.), nonché quelli park&ride e stanziali con ricarica lenta per chi lascia l’auto in sosta durante il giorno (pendolari) o la notte (residenti).
Gli hub dovrebbero diventare protagonisti anche nella logistica urbana, dove fungeranno da centri per lo smistamento delle merci. Un settore, quello della distribuzione urbana, responsabile del 30% circa del traffico cittadino e destinato a crescere, ma pure a essere rinnovato con molte soluzioni, da quelle tecnologiche per l’ottimizzazione delle consegne all’impiego di mezzi innovativi pensati per specifiche esigenze, comprese le cargo bike elettriche e i veicoli a guida autonoma – come indicato dal professor Gabriele Grea del Centro di Ricerca GREEN dell’Università Bocconi.
Progetto Scuole tra educazione e formazione
Concludiamo con il Progetto Scuole, una serie di iniziative che proseguiranno oltre la tre giorni di e_mob, promosse dal Comune di Milano con la collaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e la partecipazione di a2a, ATM, Bosch, Cobat, Edison, Enel X, FCA e RFI. Dedicato a studenti e studentesse delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, è stato voluto per sensibilizzare i cittadini di domani a considerare normali le nuove forme di mobilità, come lo sharing di bici, scooter e monopattini, e per avvicinare i ragazzi a soluzioni come il pedibus, la mobilità a pedali e quella pubblica. Non secondario, come ha rimarcato Vittoria De Franco della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza e Lodi, è pure l’intento di informare i giovani sulle nuove professioni emergenti grazie alla mobilità “green”.
Nei prossimi giorni seguiranno i comunicati stampa specifici dei componenti del Comitato Promotore.