Spieghiamo questa domanda con i dati raccolti da RSE nel libro “E… muoviti! Mobilità elettrica a sistema”.
RSE ha realizzato uno scenario che considera la progressiva diffusione di auto completamente elettriche (BEV – Battery Electric Vehicles) e di auto ibride (PHEV – Plug-in Hybrid Electric Vehicles), la cui batteria può essere ricaricata sia dalla rete (come le BEV) sia da un motore a combustione interna presente a bordo. Lo scenario prevede che, dopo una lenta crescita iniziale, nel 2030 potremmo avere in Italia non 1 ma circa 10 milioni di veicoli ricaricabili da rete (BEV + PHEV). Questi corrispondono a circa un quarto del parco auto circolante complessivo.
Lo studio ha quindi analizzato quali potrebbero essere le ripercussioni sul sistema elettrico nazionale a fronte di questo scenario, con particolare riferimento alle necessità di potenziamento delle centrali di generazione elettrica o delle reti di trasmissione e distribuzione. A partire dai dati di consumo specifico delle auto elettriche attuali (cautelativamente incrementati di un 10% per tener conto del maggior consumo che si ha nei cicli reali di guida e con l’utilizzo di ausiliari) e dai dati di percorrenza media, è stato possibile determinare i consumi annui del parco auto elettriche considerato al 2030, pari a circa 17,5 TWh, corrispondenti a circa 18,7 TWh includendo le perdite di rete. Tale valore, che rappresenta l’incremento di energia elettrica che il sistema energetico nazionale dovrà fornire, è in verità abbastanza basso (circa il 5%) se confrontato con il totale della domanda energetica nazionale, superiore a 350 TWh/anno.
L’immagine sopra mostra l’impatto dei profili di ricarica considerati sulla domanda elettrica di un giorno di primavera del 2030.
Per poter valutare l’impatto effettivo sulla rete in termini di richiesta di potenza, la domanda di energia elettrica annua appena determinata è stata ripartita a livello orario definendo in tal modo il profilo di ricarica medio del parco. La ripartizione della ricarica dei veicoli è stata effettuata con ipotesi specifiche in merito al numero di auto elettriche che potranno disporre di un posto auto privato attrezzato, utilizzabile per la ricarica notturna e di quante dovranno invece necessariamente far ricorso a infrastrutture di ricarica pubbliche, utilizzate prevalentemente nelle ore diurne. Sono stati inoltre pensati due profili di ricarica, uno “semplice” che ipotizza una ricarica a piena potenza appena il veicolo viene connesso alla sera, e uno “smart” che prevede la richiesta di una potenza minore spalmata su un numero maggiore di ore.
L’immagine sopra mostra i profili orari di ricarica medi del parco auto elettriche considerato, nel caso di gestione “intelligente” dell’infrastruttura (Profilo 1) e di ricarica concentrata nella sera e nelle prime ore della notte (Profilo 2)
I risultati dei modelli di simulazione di RSE hanno evidenziato come con entrambi i profili l’impatto della mobilità elettrica sul sistema elettrico nazionale sia facilmente gestibile con piccole variazioni della produzione elettrica da parte delle centrali esistenti. L’adozione di un profilo “smart”, permette comunque di ridurre il picco di potenza serale, con effetti positivi sia a livello nazionale che a livello di reti di distribuzione locali.