Un’auto in media sta ferma il 95% del tempo. Nella stragrande maggioranza dei casi, dunque, la ricarica lenta che richiede anche più di 8 ore per il “pieno” è un falso problema. Per il 90% degli automobilisti che, secondo un rapporto Cives, percorrono meno di 100 km al giorno sarà sufficiente “rifornire” durante la notte a casa o nelle ore di lavoro in ufficio. La questione si pone soltanto per chi non possiede un box e per i “viaggiatori”. I primi dovranno rivolgersi alla ricarica pubblica con il solo problema di eventuali limitazioni orarie per la sosta davanti alla colonnina, ma con la consapevolezza che comunque le colonnine da 7 e 22 kW dovrebbero essere sufficienti per immagazzinare abbastanza energia per gli spostamenti quotidiani o, se l’auto è usata poco, settimanali.

 

Per chi percorre tanti chilometri bisogna considerare che le soste per il “rifornimento” non sono effettuate per fare il “pieno”, ma bensì per un “rabbocco”. Come per le auto a benzina e a gasolio, infatti, è difficile che si arrivi dal distributore in riserva e non sempre si riempe il serbatoio fino al colmo. In tale contesto, una colonnina con 50 kW di potenza può risultare pratica per un consistente “rabbocco” durante una normale sosta. In una normale sosta da 30 minuti, infatti, si possono ricaricare circa 20 kW che consentono un’autonomia supplementare di circa 150 km con la Renault Zoe. Percorrenza che aumenta sensibilmente con le colonnine Ultra Fast da 150 kW e con quelle in arrivo con potenze fino a 350 kW.

 

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