ll confronto non lascia dubbi: produzione e combustione dei carburanti sintetici fanno perdere energia e km consegnando la vittoria alle auto elettriche.
La Germania produce carburanti sintetici, i cosiddetti e-fuel, per i quali ha ottenuto dal Consiglio Europeo la proroga ben oltre la dead line del 2035, prevista per i motori endotermici.
Lo stop alla vendita di vetture a benzina e diesel prevede dal 2035 di passare ai soli veicoli a zero emissioni. Compresi quelli alimentati da carburanti sintetici.
E mentre qualcuno esulta per la sopravvivenza del motore a combustione, qualcun altro paventa un freno alla crescita dell’auto elettrica. Ma qual è la soluzione più conveniente per i consumatori, l’economia e il pianeta? La risposta arriva dagli studi, che non lasciano spazio ai dubbi: le vetture a batterie vincono su ogni fronte.
Efficienza energetica
L’efficienza energetica è la capacità delle vetture di trasformare l’energia fornita dal sistema di alimentazione (carburante o batteria) in energia cinetica da trasmettere alle ruote.
Da questo punto di vista, le auto termiche sono inferiori a quelle elettriche, perché si fermano a un’efficienza che, nei casi migliori, si attesta intorno al 40%. La maggior parte dell’energia si disperde infatti in calore, generato dalla combustione. Le vetture a batteria, invece, superano anche il 90%.
Come si producono e come funzionano gli e-fuel
Ci sono vari passaggi: il primo è la cosiddetta elettrolisi, un procedimento che scinde l’acqua (H2O) in idrogeno (H) e ossigeno (O) e che deve essere alimentato da fonti rinnovabili, per essere veramente sostenibile. L’idrogeno viene poi combinato con la CO2 catturata dall’atmosfera.
Il risultato finale è un carburante sintetico che, come quelli tradizionali, viene bruciato dal motore. È però considerato “carbon neutral” perché l’anidride carbonica rilasciata allo scarico è compensata da quella catturata dall’atmosfera per la produzione.
La produzione dei carburanti sintetici richiede tuttavia diverse fasi e, soprattutto, tanta energia, che in buona parte si perde nel corso del ciclo produttivo.
Secondo uno studio di Transport & Environment (T&E), la benzina sintetica ha un’efficienza complessiva bassissima, del 16-20% circa. Grazie invece all’elettrificazione diretta, le vetture a batteria raggiungono picchi del 77%. Un numero abbastanza in linea con le stime dell’Icct (International Council on Clean Transportation), che parla di un abbondante 72%.
“In termini pratici – spiega l’associazione ambientalista –, questo significa che con la stessa quantità di energia si può percorrere una certa distanza utilizzando un’auto a combustione interna alimentata da e-fuels o si può percorrere una distanza quasi 5 volte superiore usando un’auto elettrica”.
Efficienza energetica:
Auto elettrica: 72-77%
Auto a e-fuel: 16-20%
Il settore delle quattro ruote richiederebbe circa 417 TWh di elettricità, mentre un uso allʼ80% di elettrico, al 10% di idrogeno e al 10% di e-fuels “farebbe salire la domanda a 598 TWh, o il 36% in più del caso 100% elettrico”.
Le cose non cambiano molto se si fa il confronto con i biocarburanti: questi, al 2030, potrebbero muovere circa 6,9 milioni di motori a scoppio, contro i 24 milioni di auto elettriche alimentate dalla stessa quantità di energia. Ovviamente, per produrre bio carburanti occorrono immensi terreni agricoli, con produzioni che saranno ulteriormente sottratte all’alimentazione umana e animale. Un lusso che non possiamo permetterci.
Non secondario il grande dispendio energetico per produrre gli e-fuels, che fa salire i costi di produzione e, a cascata, quelli alla pompa. L’auto elettrica vince anche sotto il profilo della sostenibilità ambientale, con un abbattimento delle emissioni del 69%; i carburanti sintetici generano invece il 53% in più di gas serra, mentre gli e-fuels inquinano come le attuali benzine.
Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dei trasporti su strada, l’elettrico resta la soluzione migliore. Se il Governo vuole tutelare i posti di lavoro dell’automotive, allora deve capire che il mercato si sta orientando verso l’elettrico e deve accompagnare la forza lavoro in quella direzione, affiancando a quella energetica anche una transizione sociale e occupazionale.
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