Milano 9 novembre 2020 – “C’è la necessità di costruire un sistema, dove imprese e istituzioni cooperano per accelerare la transizione verso la mobilità elettrica, sia dei veicoli privati, sia del trasporto pubblico”. La dichiarazione finale di Alessandra Todde, Sottosegretario del Ministero dello sviluppo economico, sintetizza bene quanto emerso nel convegno inaugurale di e_mob, il Festival dell’eMobility in corso fino all’11 novembre sulla piattaforma emob.livebit.it.
Un incontro iniziato con i saluti di Giancarlo Morandi, Presidente di Cobat, che ha sottolineato la rilevanza del settore della mobilità in Europa che, per la sola industria dell’auto, occupa più di 16 milioni di persone. Una consistenza che rende ancora più importante la sfida della transizione verso i veicoli con la “scossa” e che definisce la complessità degli impegni attesi. Per comprenderlo è sufficiente un dato: per un milione di auto elettriche sono necessari circa 3 miliardi di celle per le batterie, contro i circa 300 milioni di celle utilizzate oggi.
Osservazioni stimolanti sono arrivate anche da Joost Flamand, Ambasciatore dei Paesi Bassi in Italia, che ha ricordato come la sfida alla decarbonizzazione si vinca uniti, ad esempio attraverso la fattiva collaborazione con l’Italia in termini di conoscenza e best pratice. Di interesse sono inoltre gli ambiziosi obiettivi dell’Olanda su emissioni di CO2 e mobilità: ridurre del 49% i gas serra entro il 2030 e diventare carbon neutral nel 2050, nonché avere entro il 2030 1,8 milioni di punti ricarica pubblici e 1,9 milioni di auto elettriche. L’esigenza di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e promuovere la mobilità elettrica per garantire ai cittadini aria salubre è arrivata anche da Claudia Terzi, assessore alla mobilità di Regione Lombardia, da sempre sostenitrice di e_mob. Terzi ha ricordato l’impegno dell’amministrazione regionale su più fronti, quali lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica pubblica, il supporto per l’installazione di colonnine domestiche, le agevolazioni per la sostituzione dei mezzi inquinanti e il coordinamento con le Regioni del bacino padano per creare itinerari elettrici. Un indirizzo che proseguirà in futuro con altri progetti per la mobilità sostenibile.
Una nuova visione per la mobilità elettrica
A vivacizzare la tavola rotonda moderata da Camillo Piazza, coordinatore di e_mob, hanno contribuito Renato Mazzoncini (AD A2A), Arrigo Giana (Direttore generale ATM), Paolo Martini (AD Be Charge), Stefano Venier (AD Gruppo Hera), Massimo Quaglini (AD Edison Energia), Francesco Venturini (AD Enel X) e i rappresentanti delle case automobilistiche Roberto Di Stefano (Head of e-Mobility EMEA Region di FCA) e Andrea Crespi (Direttore Generale di Hyundai Italia).
Un confronto che ha fatto emergere posizioni anche diverse, ma con punti focali condivisi. Il primo è consapevolezza che la strada dell’elettrico è ormaiirreversibile, per le norme internazionali e per le esigenze di tutela ambientale e della salute. Un percorso necessariamente impegnativo, considerato che il 92% dei trasporti è oggi alimentato da combustibili derivanti da fonti fossili, ma che è soltanto all’inizio. Basti pensarecome fino a pochi anni fa in Italia le auto elettriche fossero una rarità e la rete di ricarica quasi inesistente, mentre oggi è possibile viaggiare in tutta Italia (così come in Europa) grazie a una rete che, solo considerando l’infrastruttura di Enel X, conta più di 13.000 punti di ricarica. Se l’evoluzione c’è stata, rimane ancora molto da fare, in particolare per rendere appetibile la mobilità elettrica ai nuovi utenti. Un primo passo è l’accessibilità economica: in questo senso si prevede una riduzione del costo delle batterie, che permetterà di arrivare al 2025 proponendo modelli di auto con listini in linea con i veicoli tradizionali. Altri benefici auspicati sono la riduzione dei costi di ricarica pubblica, possibilmente con tariffe di poco superiori a quelli per il “rifornimento” domestico, che oggi si aggira sui 0,20-0,25 euro/kWh.
Importate è inoltre cambiare la visione dell’opinione pubblica sulla mobilità elettrica, associata ancora a disservizi e difficoltà. In realtà, per oltre il 90% degli spostamenti le moderne auto con autonomie di circa 500 km non comportano particolariostacoli, grazie anche ad applicazioni smartphone come “Charge my Hyundai” o “My Easy Charge” ed “GOe” di FCA. Una situazione destinata a migliorare ulteriormente con l’arrivo dei nuovi modelli: a e_mob FCA ha annunciato 21 vetture elettrificate entro il 2025, comprese quelle con marchio Alfa Romeo e Maserati, e Hyundai 40, delle quali 11 full electric.
Le richieste della community
La nota dolente rimane la ricarica che, seppur sufficiente in relazione alle attuali vetture circolanti, necessita di uno sviluppo deciso per fare fronte alla domanda prevista in futuro. In tale contesto è emersa l’importanza di facilitare la diffusione della ricarica domestica e condominiale, ancora gravata da difficoltà burocratiche, dalla carenza degli impianti elettrici delle abitazioni e da altri limiti. Un’esigenza auspicata anche perchéla ricarica lenta nelle abitazioni non grava sul sistema elettrico nazionale evitando picchi di domanda di elettricità. Si richiede altresì l’accelerazione della rete di ricarica pubblica, in particolare con colonnine veloci (oltre 50 kW) e ultra veloci (350 kW) sulle principali direttrici di collegamento, autostrade comprese, ma pure nelle città dove molti utenti potrebbero avere problemi a fare il “pieno” a casa.
La richiesta più rilevante emersa da e_mob è di avere da parte delle istituzioni una programmazione univoca per la mobilità elettrica, che sia di indirizzo per le pubbliche amministrazioni e le imprese del settore. In particolare, si chiede di omogeneizzare e semplificare la procedura di richiesta a Comuni ed enti locali per l’installazione di colonnine, iter che oggi può richiedere numerosi mesi. Un’attività di coordinamento che potrebbe essere concretamente attuata dall’Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, con la realizzazione di un protocollo unico che permetta di accorciare i tempi delle pratiche burocratiche e consenta a chi realizza le infrastrutture di contare su procedure univoche in tutto il Paese. Di fatto, si chiede alle istituzioni una strategia a medio e lungo termine per pianificare la transizione nel modo più efficace possibile. Un pensiero, per altro, condiviso nelle sue conclusioni da Alessandra Todde del Mise che ha proposto anche un maggiore impegno per la definizione di standard tecnici per il settore.
Èinoltrecondivisa la richiesta di avere incentivi univoci su tutto il territorio, mentre oggi le agevolazioni offerte da Comuni e Regioni vanno a creare delle differenze che non sempre sono giustificate dalle reali esigenze del territorio e creano molta confusione tra gli utenti e gli addetti al settore. Viceversa, sarebbe preferibile avere un’unica fonte di erogazione di contributi, meglio se a livello nazionale, per renderne facile la comprensione. Per contro, gli enti locali si potrebbero concentrare su altri fronti, come sull’erogazione di incentivi a determinate categorie (ad esempio i tassisti) o nella definizione della rete di ricarica locale. Una visione, naturalmente, che richiede una maggiore collaborazione tra istituzioni statali, Regioni e Comuni.
L’accordo è unanime anche sulla filosofia da seguire per la transizione tecnologica: la necessità di un’alleanza tra istituzioni, aziende e associazioni per perseguire congiuntamente l’obiettivo verso la decarbonizzazione. Un’idea, quella della collaborazione tra le diverse realtà nazionali, che è alla base di e_mob fin dalla sua nascita e che sfocerà, come nelle passate edizioni della rassegna, in un documento condiviso da consegnare ai decisori politici con tutte le proposte emerse nella tavola rotonda.
La mobilità elettrica come opportunità
Il messaggio più chiaro emerso dal convegno inaugurale dell’edizione 2020 di e_mob è che la mobilità elettrica è un’opportunità preziosa non soltanto per il settore dell’auto e delle infrastrutture, ma per l’intero Paese. A sintetizzare il pensiero è Massimo Dal Checco (Consigliere della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi) quando ha ricordato che la transizione verso la mobilità elettrica è inevitabile e che bisogna solo decidere se subirla e accompagnarla. La sua risposta è naturalmente la seconda, perché si tratta di un’occasione anche per sostenere l’impegno delle imprese verso l’ambiente e di un’opportunità per l’economia e l’occupazione. In particolare, l’esigenza di avere nuove competenze, come quelle digitali, necessarie a rendere concreta la mobilità elettrica potrebbe favorire giovani e start up innovative come quelle supportate dalla Camera di commercio.
La mobilità sostenibile vista da Milano
Concludiamo con una panoramica su Milano, tra le città più attive nel promuovere la mobilità sostenibile e “casa” di e_mob anche nella sua versione digitale. Marco Granelli, assessore alla mobilità del Comune, ha anticipato alcuni piani per il futuro, come l’obbligo di offrire servizi di car sharing con sole auto elettriche dal 2024 (per lo scooter sharing il full electric è già regola da inizio 2020) e l’ampliamento dell’infrastruttura di ricarica. Alle 160 colonnine attuali si dovrebbe aggiungere altri 240 “distributori” di energia che portano a circa 1.000 i punti di ricarica cittadini. Un numero destinato a raggiungere quota 1.500 con il regolamento Aria che impone a tutte le stazioni di servizio di Milano di installare una colonnina entro la fine del 2021. Quanto al trasporto pubblico, il Direttore generale di ATM Arrigo Giana ha ricordato l’importanza del comparto per una reale mobilità sostenibile e la necessità di elaborare delle formule di sostegno per un settore penalizzato più di altri dalla pandemia. A giustificare misure specifiche per favorire la transizione, come ad esempio il taglio delle tariffe dell’energia per la ricarica, sono l’elevato costo dei mezzi elettrici (hanno prezzi più che doppi dei bus a gasolio) e le alte spese per la realizzazione dei depositi previsti (più che triple rispetto ai tradizionali). Situazioni che rendono difficile la sostenibilità economica di progetti ambiziosi come quelli di ATM, ossia rendere il trasporto pubblico 100% elettrico (oggi siamo al 70%) con la progressiva sostituzione dei bus a gasolio con quelli elettrici (nel 2021 dovrebbero essere 180). Un piano che richiede anche la realizzazione di specifici depositi da realizzare in città con soluzioni sostenibili. Si tratta, infatti, di depositi sotterranei (quindi senza consumo di suolo) con in superficie aree verdi per i cittadini.