A cura della redazione di https://www.lasvolta.it
Mentre l’Italia batte la strada della (scarna) lobby europea che avversa l’elettrificazione della mobilità, affermando che si tratta di un “approccio ideologico” e prediligendo gli e-fuels, un importante Paese africano, come il Kenya, adotta l’elettrico per i trasporti pubblici di Nairobi (NdR).
In Kenya, il 18% delle emissioni di gas serra e il 40% delle emissioni di anidride carbonica provengono dai trasporti. Per affrontare il problema, i gestori del tpl hanno introdotto nuove flotte di autobus elettrici
Il periodo successivo alla pandemia da Covid-19 è stato uno dei più devastanti e, paradossalmente, uno dei più ricchi di speranza nella storia dell’ambiente. Sebbene il periodo di lockdown abbia suscitato molti spunti di riflessione e indotto le aziende a sviluppare pratiche commerciali meno inquinanti e più sostenibili, le imprese si sono altresì affrettate a recuperare tutti i costi e i profitti persi non appena si è riusciti a contenere la pandemia.
Se da un lato le chiusure hanno portato a una riduzione della mobilità e quindi a un’aria meno inquinata, dall’altra, la pandemia ha portato a un aumento dell’acquisto di veicoli, che è raddoppiato rispetto al passato, con conseguente aumento dell’inquinamento dovuto al maggior consumo di carburante. Tuttavia il vento sta cambiando, grazie anche all’aumento di veicoli elettrici che si stanno sempre di più imponendo sul mercato. La domanda di veicoli elettrici è in grande crescita, report recenti indicano che quest’anno, in tutto il mondo, su cinque veicoli venduti almeno uno sarà elettrico.
Secondo il rapporto Global Electric Vehicle Outlook 2023 dell’Agenzia internazionale per l’Energia (AIE), nel 2022 sono state vendute in tutto il mondo oltre 10 milioni di auto elettriche e si prevede che le vendite cresceranno di un ulteriore 35% quest’anno, raggiungendo i 14 milioni. Il mercato globale delle auto è passato da circa il 4% nel 2020 al 14% nel 2022 e si prevede un ulteriore aumento al 18% quest’anno.
In Kenya, il 18% delle emissioni di gas serra e circa il 40% delle emissioni di anidride carbonica provengono dal settore dei trasporti.
Tuttavia, nel tentativo di ridurre questo fenomeno, i gestori del trasporto pubblico hanno introdotto flotte di autobus elettrici, in modo che anche il Kenya sia al passo con la rivoluzione ecologica in atto. Questi autobus vengono acquistati attraverso società cooperative di risparmio e credito (c.d. Saccos – Savings and Credit Cooperative Society), in cui i membri versano i contributi investiti nel funzionamento dei veicoli adibiti al pubblico trasporto. La maggior parte degli autobus è fornita da BasiGo, una startup che si occupa di mobilità elettrica e che sta rivoluzionando il settore del trasporto pubblico fornendo , a costi contenuti, alternative elettriche agli autobus diesel. Altre aziende fornitrici di veicoli elettrici sono Opibus e Roam.
I veicoli elettrici per lungo tempo sono stati criticati perché più costosi rispetto a quelli tradizionali.
Si tratta, purtroppo, di un’affermazione sostanzialmente vera, poiché la tecnologia delle loro batterie è molto costosa. Inoltre, c’è anche la percezione negativa di chi ritiene che questi veicoli siano controproducenti in quanto i combustibili fossili verrebbero comunque utilizzati per generare l’elettricità necessaria per farli funzionare. In un articolo di Forbes si legge infatti che “le batterie dei veicoli elettrici sono tossiche e hanno un grande potere inquinante”. “Le batterie Ev contengono metalli pesanti come il cobalto e il nichel, che non si decompongono in natura. Le stesse contengono anche manganese che può inquinare il suolo, l’acqua e l’aria”.
Tuttavia, il modello commerciale di BasiGo consente di acquistare gli autobus senza dover sostenere gli elevati costi della tecnologia della batteria, rendendo il prezzo anticipato dagli acquirenti simile a quello di un autobus alimentato a diesel. Inoltre, il modello consente di accedere a un servizio di abbonamento alla batteria, che copre tutti i costi necessari, compresa la ricarica, la garanzia, l’assistenza e la manutenzione. Agli operatori viene addebitato un costo giornaliero in base alla distanza percorsa e gli stessi effettuano i pagamenti direttamente a BasiGo. Anche il modello operativo di Roam è molto simile a quello appena descritto di BasiGo.
La startup prevede di fornire ai gestori del pubblico trasporto pubblico oltre 1.000 autobus elettrici di produzione locale nei prossimi tre anni.
Finora, nel giro di un solo anno, quattro grandi aziende di trasporto pubblico hanno adottato autobus elettrici. Si tratta di un buon risultato che dimostra quanto il Paese sia pronto a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs ) 7 (energia pulita e accessibile), 11 (città e comunità sostenibili), 13 (azione climatica) e 15 (vita sulla terraferma), nonché la pietra miliare della Global Roadmap delle Nazioni Unite, che prevede il raggiungimento di emissioni nette pari a zero entro il 2050.
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