Anche quest’anno, come ogni anno, il Festival di e_mob ha voluto lasciare un documento di indirizzo concreto indirizzato offriamo al governo, alle commissioni parlamentari competenti, agli assessori e ai consigli regionali, e ai comuni della Penisola. La “Carta di e_mob” è infatti uno strumento di lavoro per migliorare le nostre azioni rispetto alla mobilità sostenibile. La maggior parte di esse, non richiedono impegni economici, bensì in genere semplicemente regolamentari, per che rendere meglio applicabili modificano le normative già esistenti.
Il nostro Paese, rispetto alle altre grandi nazioni europee è in grave ritardo, dovuto a scelte passate, non in linea con il mercato europeo. Il documento redatto dal comitato scientifico di e_mob, è stato oggetto di discussione e
approfondimento durante i lavori della sSettima Cconferenza nazionale della mobilità elettrica.
Qui di seguito si riprendono alcuni dei passaggi più importanti della “Carta”.
Le auto elettriche “pure” circolanti in Italia al 30 settembre 2023 sono poco più di 209.000, con le immatricolazioni full Electric, che nei primi nove mesi dell’anno sono pari a 45.790 unità, cioè un incremento del 28,17% rispetto allo stesso periodo del 2022. La quota di mercato in Italia sull’immesso al consumo è del 3,88%, in Francia è del 15,42, in Germania del 18,59 (355.826 auto vendute nei primi 8 mesi dell’anno 2023) in Olanda del 29,07 e in Inghilterra del 16,38%.
Sono quasi 50.000 i punti di ricarica presenti sul territorio, numero che andrà ad aumentare grazie ai contributi del PNRR. Rispetto a tutte le altre nazioni, il nostro paese ha una rete di ricarica più importante e densa in rapporto al numero di veicoli
circolanti.
Questi dati di mercato dimostrano che il sistema italiano attuale di incentivazione all’acquisto non funziona, ma sono sufficienti pochi aggiustamenti a parità di risorse per renderlo più appetibile ed efficace. Finanziare e incentivare anche i veicoli endotermici non aiuta di certo a promuovere il mercato degli EV nel nostro Paese, rischiando di allontanarlo dagli altri partner europei.
Gli obiettivi che il governo si è dato al 2030 attraverso lo strumento del PNIEC sono i seguenti:
• 4 milioni di veicoli elettrici a batteria e 2 milioni di ibridi plug in;
• aumento della quota modale del trasporto pubblico locale e dello sharing;
• il 22% dell’energia primaria nei trasporti dovrà provenire da fonte rinnovabili;
• 100.000 stazioni di ricarica (circa 200.000 punti di ricarica).
Purtroppo, il primo obiettivo indicato nel PNIEC, se prosegue “as usual” nel caso in cui dovesse proseguire l’attuale a politica governativa, come l’abbiamo constatata fino ad oggi, sarà quasi certamente irraggiungibile. Gli altri tre obiettivi sono invece alla nostra portata, grazie soprattutto ai sodali partner più operativi della comunità di e-mob, quali e, Ferrovie dello Stato, ATM Milano, Enel, A2A, BeCharge, Plenitude, che stanno investendo centinaia di milioni di euro sul trasporto pubblico elettrico, sull’autoproduzione energetica rinnovabile del proprio fabbisogno e sull’istallazione di sistemi di ricarica su tutto il territorio nazionale.
Tuttavia, le singole società non possono fare miracoli; ed è per questo che chiediamo al Governo e alle Regioni italiane un cambiamento di passo, individuando e attuando una concreta visione industriale che ci permetta di recuperare il ritardo accumulato rispetto all’Europa, nei comparti dei trasporti e della mobilità.
Grazie alle politiche dei governi nazionali l’Europa è già̀ oggi il primo mercato mondiale per i veicoli elettrici.
Servono, dunque, azioni mirate per favorire l’industria italiana e politiche per la formazione professionale e l’orientamento. I lavori della settima conferenza nazionale della mobilità elettrica hanno offerto molte indicazioni e suggerimenti in questa direzione.
Esistono settori della mobilità sostenibile nei quali possiamo essere da traino per tutto il resto d’Europa: ad esempio nella mobilità nautica e aerea, dove abbiamo imprese e professionalità che ci vengono invidiate nel resto del mondo.
L’Italia ha anche caratteristiche uniche per sviluppare questi settori innovativi, essendo in tutta Europa, il Paese europeo con il maggior numero di laghi navigabili.
Quando la comunità di e_mob, nel 2017, ha contribuito a crea il cosiddetto “Tavolo Tiscar” voluto e condotto direttamente dalla sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri, lo fece accettando il principio della “neutralità tecnologica” ma con la convinzione di essere “tecnologicamente neutrali”, ma anche con la ferma convinzione mente convinti e determinati di voler realmente puntare all’sull’obiettivo di ridurre l’impronta ambientale dell’uomo sul nostro pianeta.
Il tema non è può essere semplicemente “il mezzo elettrico mi piace o non mi piace”, per cui si richiede a tutti gli attori e ai decisori, al di là dello schieramento politico, di essere almeno rigorosi sul piano scientifico, senza farsi più o meno volontariamente propagatori di “fake news” di ogni genere, perché in ballo c’è il futuro di un settore industriale indispensabile per il nostro Paese.
L’auto elettrica è già il presente, e sarà il futuro. Alimentare sistematicamente i dubbi e le paure infondate, ottiene il solo risultato di far perdere tempo prezioso all’Italia, mentre altri Paesi corrono per farsi trovare pronti a questa trasformazione epocale , tanto e come tale complessa quanto e ricca di opportunità (per chi saprà coglierle).
Bisogna quindi che tutti gli stakeholder si impegnino, ognuno per quanto gli compete in base al suo ruolo, per creare una “squadra Italia” capace di cogliere le opportunità della transizione ecologica.
Entrando, dunque, poi nel merito della carta di e_mob 2023, sono state suggerite amo le seguenti azioni:
1. Regolamentazione, fiscalità ed incentivi
– Fiscalità Auto: al fine di supportare le imprese italiane nel processo di rinnovo del proprio parco auto ed accompagnare la diffusione della mobilità a zero emissioni nel nostro Paese in linea con gli obiettivi EU di riduzione delle emissioni di CO2 e con i nuovi target PNIEC al 2030, Si richiede da un lato di colmare il gap competitivo delle imprese italiane rispetto ai competitor europei, incrementando la percentuale di deducibilità sia per l’acquisto che per il noleggio delle vetture a 0 emissioni (siano esse di proprietà, in pool, ad uso promiscuo e per agenti di commercio) e di , dall’altro accompagnare e supportare i lavoratori italiani nella scelta di una vettura a 0 emissioni, intervenendo sulla disciplina del fringe benefit, azzerando il coefficiente di riferimento per le fasce di veicoli elettrici di nuova immatricolazione.
– Ricarica privata come benefit aziendale: alla luce della recente risposta n°421/2023 dell’Agenzia delle Entrate, in cui si viene esclude il riconoscimento della ricarica privata di un mezzo aziendale dalle somme che non concorrono alla formazione di reddito da lavoro dipendente, si chiede di modificare l’art. 51 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), inserendo la voce di spesa per l’acquisto di energia dedicata alla ricarica elettrica per veicoli, oltre che l’acquisto e la posa in opera della “wallbox”, nelle somme che non concorrono a costituire il reddito da lavoro dipendente.
– Trasporto Merci: il trasporto merci su strada è responsabile del 26% delle emissioni da trasporto stradale dell’Unione Europea, nonostante rappresenti solo il 2% dei veicoli; quindi, la sua elettrificazione è un passaggio fondamentale per una decarbonizzazione. Alla luce delle misure adottate all’interno fondo Automotive che prevedono la possibilità di accedere
agli incentivi destinati ai veicoli N solo contestualmente alla rottamazione di un mezzo inferiore ad euro 4. Si chiede pertanto di prevedere l’accesso agli incentivi dedicati ai veicoli N a zero emissioni anche senza contestuale rottamazione e prevedendo un sostegno anche al noleggio, che ha rappresentato più dell’80% dei BEV N1 nel 2021. Inoltre, attuare
la Eurovignette e quindi l’esenzione del pedaggio autostradale per veicoli a 0 emissioni.
– Mezzi per la raccolta dei rifiuti: raccolte delle materie seconde. Nel piano nel piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione, approvato dal Governo, sono previsti dei criteri premianti per le imprese
che decidono di dotarsi dei mezzi a basso impatto ambientale per la raccolta dei rifiuti. Le esperienze in atto di diversi comuni, e in particolare a Milano, stanno dimostrando che l’utilizzo dei mezzi elettrici non porta solamente ad un vantaggio ambientale, ma anche a livello economico, in quando l’organizzazione della raccolta può avvenire anche in orari
notturni in virtù della silenziosità dei mezzi stessi. Si chiede quindi al Chiediamo al Governo e alle Regioni di rendere cogente l’applicazione della normativa vigente che prevede i Criteri Ambientali Minimi, e ai Comuni di prevedere d’ inserire l’utilizzo di
almeno il 40% dei mezzi elettrici nei bandi per il servizio di raccolta dei rifiuti.
– PNRR – Bandi Infrastrutture di ricarica urbani ed extraurbani: alla luce della pubblicazione dei Decreti ministeriali per le modalità di accesso ai fondi del PNRR (Missione 2, Componente 2, Investimento 4.3) per la concessione dei benefici per la realizzazione di infrastrutture di ricarica veloci nei centri urbani e sulle superstrade, sono emerse immediatamente una serie di criticità che hanno reso la partecipazione ai due bandi (soprattutto quello per le superstrade) estremamente complessa per tutti gli operatori. Si chiede quindi che le numerose problematiche riscontrate dagli operatori e condivise durante
il ciclo di webinar organizzati dal GSE possano essere presi in considerazione in tempi rapidi per modificare i due Decreti ministeriali e conseguentemente i nuovi avvisi di bando previsti per il mese di dicembre 2023.
– Mobilità Urbana: —- assicurare alle stazioni ferroviarie e alle stazioni di intercambio delle metropolitane il ruolo di hub della mobilità condivisa ed elettrica, per il trasporto sia sia per il trasporto di persone che di merci sia quello delle merci, prevedendo un contributi o agli enti pubblici e alle imprese che li e realizzeranno. Rendere disponibili i fondi del PSNMS e del PNRR per i mezzi BEV anche al Noleggio operativo, al Leasing operativo, a Partenariati Pubblici Privati ed a formule a canone unico che comprende tutto il servizio TPL, ivi inclusa la ricarica. Prevedere una riduzione degli oneri di sistema previsti dal regolamento ARERA per le aziende di TPL che elettrificano la propria flotta di autobus.
– Tariffe di ricarica agevolate Applicare quanto previsto dal recepimento della Renewable Energy Directive II (RED II), ovvero che il prezzo dell’energia elettrica (incluso quello degli oneri) per i punti di ricarica ad accesso pubblico (tariffa BTVE) sia sostanzialmente allineato a quello per un cliente residente domestico, al fine di accelerare l’utilizzo di veicoli BEV da parte di chi non
possiede un posto auto privato. A tal fine si possono inserire anche politiche incentivanti per quelle fasce orarie in cui il sistema elettrico presenta meno vincoli di disponibilità di potenza (ovvero la fascia notturna e festiva F2-F3).
Prevedere una tariffa di ricarica per le pertinenze domestiche (garage che non possono essere allacciate allo stesso contatore domestico), paragonabile a quella domestica, mentre oggi le pertinenze domestiche sono costrette ad utilizzare la stessa tariffa delle attività commerciali in bassa tensione (ovvero BTA, bassa tensione altri usi).
Fermo restando che l’interoperabilità a condizioni non discriminatorie è attualmente la soluzione per aumentare le opportunità di utilizzo delle infrastrutture, considerato che sul territorio nazionale stanno operando, con grande impegno e con considerevoli investimenti collegati all’infrastruttura, diversi CPO (Charge Point Operator), occorre verificare se
l’attuale sistema di erogazione dei servizi tramite Mobility Service Provider (MSP) sia ancora il sistema migliore, oppure, sempre sulla base della normativa vigente e in coerenza al principio della massima facilità di utilizzo dell’infrastruttura di ricarica per il mass market, potrebbe essere più efficace affidare il servizio direttamente ai CPO, come avviene nella distribuzione dei carburanti tradizionali, tramite sistemi di pagamento più usuali e diffusi, come quelli attraverso il POS Fisico (lettore di carte di pagamento). L’introduzione dell’obbligatorietà dell’ad hoc charging prevista dall’AFIR sulle nuove IdR
in DC dai 50kW in su, installate a partire da aprile 2024, garantisce una soluzione in tal senso, offrendo un’alternativa di pagamento occasionale per il cliente finale e una fonte di ricavo diretto del CPO.
– Trasporto Navale
Prevedere un termine ultimo, a data ultima entro trascorso il quale cui sarà possibile navigare sui fiumi e laghi nazionali esclusivamente con imbarcazioni elettriche, come già avvenuto in diversi paesi europei.
Prevedere lo stanziamento di fondi destinati ad incentivare il retrofit delle imbarcazioni attualmente dotate di motore termico
Prevedere degli stanziamenti economici per il trasporto pubblico navale elettrico, gestito nella maggior parte dei casi da soggetti pubblici per la stragrande maggioranza direttamente dallo Stato.
– Trasporto Aerospaziale
Proseguire con le attività autorizzative per la costruzione della rete nazionale dei “vertiporti” per il decollo verticale, in grado di contribuire procedere alla decarbonizzazione del trasporto anche nell’ambito locale. Affiancare e promuovere le attività di sperimentazione effettuate dagli Aeroporti di Roma e di Milano.
2. Ricerca e sviluppo
L’Italia è Siamo un Paese all’avanguardia sia negli studi e nelle sperimentazione per il riciclo che nel “second life” dei componenti dei mezzi elettrici. Già ora è ampiamente possibile in grado di recuperare tutte le materie presenti nelle
batterie. Si chiede quindi, che venga sostenuta e finanziata la filiera italiana del riciclo e del riutilizzo dei componenti dei mezzi elettrici, in particolare quella delle batterie. Nel sottosuolo italiano ci sono almeno 15 delle 34 materie prime critiche necessarie per la transizione energetica: si tratta di componenti necessari per le turbine eoliche, i pannelli
fotovoltaici e le batterie delle auto elettriche.
Si chiede Chiediamo pertanto al Governo di procedere immediatamente alla mappatura delle zone dove sono presenti queste materie, incaricando gli enti pubblici di ricerca di verificare la fattibilità tecnica, ambientale ed economica per l’approvvigionamento di queste materie indispensabili, per poter essere quanto più autonomi per quanto concerne gli approvvigionamenti.
L’Italia è infatti in possesso di tutte le tecnologie e di buona parte delle materie prime necessarie per non dipendere da nessun altro paese del mondo, compresa la Cina. Siamo invece dipendenti fortemente dalle risorse fossili, come il petrolio e il gas naturale. Uscire gradualmente da questa era non è solo una necessità ambientale, ma soprattutto economica.