La storia dell’auto elettrica è secolare e ricca di innovazioni e curiosità. Ed è molto più lunga di quanto si possa immaginare. A raccontare un’interessante narrazione dagli episodi più significativi dell’epopea con la scossa è Emanuela Fagioli con un articolo pubblicato su Ottantadue, la rivista edita da Cobat. Un approfondimento che scorre gli eventi più significativi nello sviluppo delle tecnologie a partire dalla pila di Alessandro Volta fino all’attuale realtà dei modelli a batterie. Di seguito un breve riassunto della pubblicazione che può essere letta nella sua completezza cliccando qui.

I 150 anni di storia dell’auto elettrica

L’applicazione dell’elettrotecnica, nata nel 1800 con la pila di Volta, richiese ai ricercatori anni di esperimenti prima di riuscire a mettere a punto dei generatori utilizzabili al di fuori dei laboratori, nella vita quotidiana.
A Parigi i ricercatori più attenti compresero le potenzialità insite nel fluido elettrico “continuo” delle pile: una corrente forte e stabile, ben più utile delle scintille dell’elettrostatica. Ne seguì una intensa sperimentazione ma, malgrado gli sforzi, ci vollero sessant’anni per mettere a punto due invenzioni che per le loro doti di energia e praticità sono tutt’ora prodotte in miliardi di pezzi: l’accumulatore elettrico di Planté e le pile di Leclanché.

Nel 1867 il primo veicolo a trazione elettrica viene presentato all’Esposizione Universale di Parigi dall’inventore austriaco Franz Kavogl. Nel 1881 Gustave Trouvé gira a Parigi con un triciclo elettrico, pochi mesi dopo è la volta di Berlino dove si sperimenta un autobus. Nel 1885 il francese Jeantaud produce e vende vetture elettriche con una autonomia di 30 Km e una velocità di 20 km/h.
In Italia è il conte Giuseppe Carli di Castelnuovo Garfagnana, insieme all’ingegner Francesco Boggio, a realizzare la prima auto elettrica tricolore, siamo nel 1801.

Molti inventori si dedicano allo sviluppo delle e-car. Anche Thomas Edison nel 1901 lavora a migliorare le batterie dei veicoli elettrici e nel primo decennio del ‘900 negli Stati Uniti un terzo dei veicoli circolanti è elettrico.

È del 1901 anche la prima auto ibrida: la crea Ferdinand Porsche, fondatore dell’omonima casa automobilistica. Alla prima ibrida si dà il nome di Löhner-Porsche Mixte, il veicolo è alimentato dall’energia elettrica immagazzinata nelle batterie e da un motore a scoppio.

Negli anni Venti del ‘900 la scoperta di vasti giacimenti petroliferi rende più economica la benzina. A ridestare interesse per i veicoli elettrici sono le crisi petrolifere degli anni ‘70 e un evento scientifico-tecnologico di portata mondiale: siamo nel 1971, il primo veicolo con equipaggio è sulla Luna. Il rover della Nasa che si muove sul suolo lunare è alimentato da batterie.

Nel 1973 e fino al 1977 la CitiCar di Sebring-Vanguard viene prodotta in 2000 esemplari.
La sua popolarità rende Sebring-Vanguard il sesto produttore auto degli Stati Uniti nel 1975. Ma la rinascita dell’elettrico ha breve durata, le performance e l’autonomia rispetto al motore a scoppio sono ancora troppo basse, già nel 1979 spariscono dal mercato.

La Fiat già nel 1963 aveva realizzato una serie di prototipi di auto elettriche ma, si dovrà attendere gli Anni Novanta per l’uscita sul mercato della Panda Elettra, conversione con motore elettrico alimentato da batterie al piombo acido del modello base.

La Toyota, siamo nel 1997, presenta la Prius, prima auto ibrida di massa. General Motors richiama e distrugge le sue auto elettriche EV1: siamo nel 2003. Nello stesso anno e proprio a seguito della decisione della General Motors, Martin Eberhard e Marc Tarpenning fondano una startup chiamata Tesla Motors. Nel 2004 Elon Musk entra a far parte della società come investitore principale. La prima auto prodotta dall’azienda fu la Roadster, con una autonomia di 340 km.

Nel 2010 GM lancia la Chevy Volt, primo ibrido plug-in. A dicembre dello stesso anno, Nissan mette in commercio la Leaf, totalmente elettrica. Intanto la batteria, componente più costoso dell’auto elettrica, inizia a calare del 50% in quattro anni. Il resto è storia recente.

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